Perchè le casette dell'acqua?

Perchè le casette dell'acqua?

Partiamo dal concetto che l’acqua distribuita dal Comune è buona e sicura!
Al fine di renderla più gradevole al palato e più vicina ai gusti e abitudini dei consumatori, utilizziamo un processo di microfiltrazione dell’acqua abbinato alla sterilizzazione a raggi ultravioletti. Il filtro composito è in grado di eliminare: il cloro, qualora questo venga immesso, odori, sapori e colori, qualora presenti. Nella sostanza l’acqua viene resa inodore, insapore, incolore,così come deve essere e privata, appena prima dell’utilizzo, del cloro. Il cloro ha un ruolo fondamentale nell’acqua potabile in quanto distrugge i batteri e garantisce l’assenza di carica batterica lungo tutta le rete di distribuzione. Ai fini della sicurezza, una speciale lampada a raggi ultravioletti, sterilizza l’acqua prima dell’erogazione.

Per contro, l’odore può essere sgradevole e diventa un vantaggio poterlo rimuovere appena prima dell’utilizzo. Per questo motivo nel “punto acqua” viene totalmente rimosso, prima dell’erogazione. Ai fini della sicurezza, una speciale lampada a raggi ultravioletti, sterilizza l’acqua prima dell’erogazione, questo sistema permette di distruggere il DNA dei batteri con il vantaggio che non vi è dosaggio di alcuna sostanza nell’acqua erogata. L’acqua microfiltrata e sterilizzata viene refrigerata ed erogata, naturale o addizionata di anidride carbonica. L’unità di refrigerazionee di carbonazione dell’acqua è un’unità professionale, in grado di garantire una potenza di refrigerazione ed una qualità di addizione di anidride carbonica senza pari sul mercato.

Recenti dati confermano che i consumatori italiani spendono 3,2 miliardi di euro per comprare acqua minerale.

AQVAGold è un punto di erogazione automatica di acqua caratterizzato da due vani distinti in acciaio Inox AISI 304, ognuno dei quali può erogare acqua naturale e gassata refrigerata. Negli ultimi trent’anni le famiglie italiane si sono sempre più rivolte all’utilizzo della bottiglia di minerale per l’acqua “da bere”, al punto che recenti dati confermano che i consumatori italiani spendono 3,2 miliardi di euro per comprare acqua minerale. La scelta dell’acqua in bottiglia nasce, in molti casi dal fatto che il consumatore non gradisce l’odore del cloro presente nell’acqua potabile. Ricordiamo che il cloro garantisce la “sicurezza” dell’acqua lungo tutto il percorso della rete di distribuzione. Altri sistemi, come le lampade a raggi ultravioletti, hanno il vantaggio di non rilasciare alcuna sostanza all’acqua e proprio per questo vengono apprezzate per il loro impiego al “punto d’uso”, ovvero appena prima di utilizzare l’acqua, ma poco adatte per l’uso acquedottistico in quanto non mantengono, al contrario del cloro, la loro azione lungo tutta la rete.

L’utilizzo della minerale, ha nel tempo mostrato, al di là del costo, il lato peggiore, ovvero quello relativo all’impatto ambientale. Il 65% dell’acqua venduta è in contenitori di plastica ed ogni anno finiscono tra i rifiuti 320-350 mila tonnellate di contenitori in PET. Il consorzio che si occupa del recupero degli imballaggi in plastica ne ricicla 124 mila, il 34%. L’impatto ambientale dell’acqua in bottiglia è ancora più alto se si considera che l’82% della stessa si sposta in tutta Italia lungo l’asse autostradale.